giovedì 8 marzo 2007

L'Attuale Novella


In un paese lontano, in una realtà cittadina simile a Sant'Elpidio a Mare, è successo un fatto "bislacco", una notizia che ascoltandola nel bar o in un autobus ridereste solo per il grado d'assurdità. In pratica abbiamo due tipi di persone opposte: una è la tipica persona che ha ormai passato gran parte della sua vita come dipendente sottomesso nell'ambiente lavorativo, la cui unica fede rimastagli è quella per una personalità politica dal pugno di ferro rimpianta giorno per giorno in questo paese (che è l'Italia), nel quale tutto va a rotoli dopo la caduta di Mussolini. L'altra, è un sedicenne dalle idee distaccate dalla gretta mentalità di paese, secondo il quale, (grazie ai libri di storia), la figura del Duce, non equivale ad un periodo di splendore e rinascita, ma ad un personaggio prevalentemente negativo, causa i trascorsi politici. Ebbene, successe che in un pomeriggio come tanti passati con gli amici all'auditorium cittadino, i giovani Oscar e Giuseppe decisero di accompagnare il loro amico Fabrizio dalla nonna a prendere la merenda. I tre per arrivare a casa della nonna passarono davanti ai cartelloni pubblicitari situati nel piazzale delle Poste, dove c'era il "vecchio Adolfo" ad appendere dei manifesti, da buon lavoratore. Stando a conoscenza della fede fascista dell'uomo, i tre "pezzenti" decisero fare una pazzia: passare di fronte al "vecchio Adolfo" intonando qualche strofa della canzone Bella Ciao. "Non l'avessero mai fatto!". Nell'udire quella canzonetta che tanto andava contro i suoi principi morali e politici il "vecchio Adolfo", conoscendo Fabrizio benchè nipote di un suo amico del circolo dopo-lavoro, esclamò irritato:"Ehi Fabrizio, non sapevo che uscissi con gentaglia di quella specie!". Oscar spiazzato dalle parole uscite a sproposito dalla bocca dell'uomo disse:"Non ho capito perchè non dovrebbe uscire con me." E l'uomo:"Bah, vai cantando Bella Ciao con una tale disinvoltura, ma chi ti credi di essere?!". "Non mi credo di essere nessuno, ne tanto meno di aver offeso te o qualche tuo parente o conoscente." replicò Oscar. Passò una frazione di secondo prima che il "vecchio Adolfo" ribattè:"Ma vedi un pò che ti appendo su per il cartellone se nn ti togli dai piedi!". Oscar non fece in tempo a ribattere:"Tu non appendi nessuno capito?!", che pieno di orgoglio Giuseppe esclamo:"Io ho avuto un nonno partigiano, ed ha rischiato la vita per scacciare Mussolini!". A quelle parole Adolfo disse:"Andate via bambocci, non ho voglia di starvi a sentire". E continuò a svolgere le sue mansioni lavorative borbottando tra sè e sè. Al ritorno dalla casa della nonna di Fabrizio, i tre giovani attraversarono il piazzale delle poste dove c'era ancora il "vecchio Adolfo" ad appendere manifesti. Alla vista dei tre "irrispettosi", l'uomo lanciò loro delle occhiatacce nere. I giorni seguenti, per Oscar e Fabrizio, passarono tranquilli e spensierati. Non sapevano che quella quiete che stavano vivendo era in verità una "calma apparente", che servì al "vecchio" Adolfo" per fomentare una sorta di vendetta contro quell'insolente sfacciataggine gratuita che i due sedicenni avevano mostrato nei suoi confronti. Ebbene, mentre Oscar stava disputando un'impegnata partita di bigliardino al centro d'aggregazione con i suoi amici, arrivò Rossano, il quale con disinvoltura e noncuranza di quello che stava per annunciare, si rivolse al suo amico dicendo:"Ehi Oscar, sai il vecchio Adolfo?", "Si", disse il giovane distratto perchè preso dalla partita."Ha detto che è andato a denunciarti dai Carramba perchè ti ha visto staccare dei manifesti nel piazzale delle poste"."Ma dai?" disse distrattamente Oscar ancora preso dalla partita:"E quando avrei commesso il reato?". "Bò, non lo so, so solo questo" disse disarmato Rossano. Il nostro Oscar era meravigliato dalle parole dell'amico, meravigliato e sbalordito dalla falsità della notizia. Pensava fra sè e sè:"Ma quel vecchio ha un esaurimento nervoso in fase avanzata, mah...o forse sono soggetto ad uno sdoppiamento di personalità...ma và, quello sta proprio un "pezzo avanti...". Il pomeriggio stesso, Oscar illustrò la vicenda ai gestori del centro che presero dei provvedimenti per lasciare fuori dallo spiacevole fatto il centro d'aggregazione e per scagionare Oscar. Ormai era famoso tra i giovani per quello che non aveva fatto, e questo gli dava un senso di dispiacere. Il giorno dopo quando arrivò al centro, Aida gli disse:"Sai che il "vecchio Adolfo", ha visto anche Giuseppe staccare i manifesti con te?". "Ma dai, quello dà i numeri, stà folgorato!" esclamò il nostro scocciato. "Ed il manifesto strappato è di Allenza Nazionale, se non lo sai." disse con calma. A quelle parole, ad Oscar si illuminò una lampadina nella testa, ma non una piccola luce, un neon! "Il vecchio Adolfo", pensava Oscar, "ha fatto una stupidissima e superficiale associazione di idee, partendo dal presupposto che io e Giuseppe siamo passati di fronte a lui intonando Bella Ciao; da questo deduco che lui pensi che noi due siamo due comunisti del cacchio, e che siamo stati noi a strappare il manifesto di A.N.; che cretino..." Il pomeriggio stesso, Oscar illustrò a Giuseppe l'intera vicenda, e ci risero sopra. Non si sarebbero mai immaginati che all'indomani si sarebbe fatta giustizia. In un confronto davanti ai Carramba, "vecchio Adolfo" non seppe riferire a che ora i due avrebbero strappato il suo amato manifesto, dimostrando a suo discapito che la storia dei cartelloni era tutta una farsa messa su per punire quei due adolescenti che gli avevano mancato di rispetto, ma ancora di più avevano secondo lui, avevano preso in giro la sua ragione di esistere. I giovanotti si sentirono sollevati dopo la brutta esperienza, e nel centro ricominciò a tirare buona aria.

martedì 6 marzo 2007

Una Fantastica Serata


Alle ore 20.00, mentre mi stavo lavando per la serata che si sarebbe dimostrata irripetibile, squillò il telefono di casa e mio padre alzò la cornetta accennando queste parole:"Enrico? Si adesso te lo passo." Capii subito che era Francesco, e immediatamente immaginai il motivo della chiamata:"Va bene, allora alle 20.30 mi passi a prendere davanti Liberto, ciao a dopo Francè". Ero eccitato all'idea di andare a sentire quel gruppo che avevo iniziato ad ascoltare da nemmeno due mesi. Da Liberto fino ad Ancona sono rimasto inchiodato al sedile posteriore pregando Dio che al padre di Francesco venisse la sana idea di spingere meno su quel maledetto acceleratore. Arrivato al Barfly tirai un sospiro di sollievo notando che ero sano e salvo dopo la brutta esperienza passata in viaggio. Scesi dalla macchina, ci dirigemmo verso l'ingresso del locale. Entrammo e ci facemmo un giro per il bar: "carino, un bel posto", pensai. Notai che a sinistra dell'ingresso c'era una grande bancarella con magliette, cd, cappelli ed altri gadget del gruppo. Vicino a questa, ce n'era un'altra più piccola di Emergency con le solite maglie, spillette, cappelli, quaderni e quant'altro.
Ci appoggiamo sulle ringhiere di fronte al palco e notammo svariati strumenti. Mentre aspettavamo l'entrata dei nostri salivano sul palco gli addetti al suond-jack che accordavano e mettevano a posto gli strumenti. Dopo vari momenti di impazienza generale, le luci si affievolirono ed entrarono, loro, gli artisti che ci avrebbero regalato un'euforica serata. Ne erano proprio tanti, nove, ma la cosa che mi fece davvero piacere fu che ebbero un atteggiamento semplice e felice come a dimostrare che volessero dire umilmente;"grazie per essere venuti stasera"; inoltre vestivano con vestiti semplici e rimediati come a dimostrare che la vera musica non si avverte dall'apparenza, ma dalle emozioni che da al pubblico. Iniziarono con una bella canzone movimentata del nuovo album che ahimè non conoscevo: è stato comunque un piacere assistere a quel pezzo ancora a me sconosciuto.
Concluso il pezzo il cantante annunciò così l'esordio del gruppo:"Grazie a tutti per essere venuti stasera qui in Ancona, noi siamo i Modena City Ramblers". Lo disse con un tono di euforia ed un'espressione significativa data dalle marcate occhiaie...La serata è stata una bella festa che ha coinvolto tutti i presenti: chi pogava, chi cercava di tirarsi su da terra nella bolgia, chi cantava emozionato, chi assisteva al suo gruppo preferito con un'espressione illuminata negli occhi, chi come me assisteva allo spettacolo senza perdersi tutti i "movimenti pirotecnici" dei componenti. Arrivarono le due del mattino ed ero fradicio di sudore ma soprattutto soddisfatto della serata, passata diversamente dagli altri sabati sera o tristemente euforici o allegramente monotoni. Dopo le due ore e mezze passate a cantare tornammo a casa senza badare alla alta velocità sostenuta dal padre di Francesco.

giovedì 15 febbraio 2007

Ritorno ai vecchi fasti?


La musica è rivoluzione, è passione, un grido che si infuoca nella persona, un fenomeno straordinario che inesorabilmente ci coinvolge, il quale non si riesce a dominare ed è impossibile da spiegare a parole, benché si traduca nel linguaggio musicale, uno dei più efficaci mai sperimentati.
Purtroppo questo fantastico regalo, uno dei migliori che ci sia mai stato donato, come una candela povera di valori ed ideali ormai tramontati, si é affievolita nel tempo inesorabilmente, riducendo la sua fiamma un tempo folgorante, ad una pallida luce vuota di significati, in riferimento alla musica attuale, una cantilena ipnotizzante, piatta, priva di originalità sotto ogni punto di vista e per giunta sbattuta all'orecchio della gente 24 ore su 24 da delle radio stereotipate, alle quali sembra essersi inceppato il disco date le imbarazzanti mancanze di creatività ed ispirazione delle band trasmesse, le quali ormai, sembrano più interessate a copiarsi le canzoni a vicenda piuttosto che a crearsi un sound nuovo ed apprezzato dalla critica musicale di un certo livello e da un pubblico intelligente.
Era un'altra epoca quando Jim Morrison imponeva pagine di storia con le "Porte della Percezione", impersonificando lo sciamano del rock con frasi pichedeliche e rivoluzionarie accompagnate da esibizioni allucinati, infuocando anche gli animi più freddi e ostili al nuovo corso musicale che gridava incessantemente a squarciagola:"Sex, Drugs And Rock N' Roll!!!"
La maggior parte della musica che ci rifila il mercato musicale, (che si è addolcito e svalorizzato ormai da troppo tempo), non si può considerare tale, perché sarebbe un insulto troppo grande alla geniale materia di cui sto scrivendo; mi riferisco a band piatte e vuote, che sono riuscite a sfondare grazie a molte spinte a loro favorevoli nell'ambiente musicale, che si caratterizzano esclusivamente per una efficace, ma fondamentalmente banale immagine che danno al pubblico, composto maggiormente da adolescenti, facili individui da adulare e manipolare a favore del grande business che avvolge "l'universo musica".
Nella penombra del rock alternativo, assolutamente migliore (ma altrettanto disprezzato da un pubblico insensibile ed ignorante, ormai entrato in schemi pop tristemente ripetitivi e noiosi) del fratellastro ultra-commerciale, (pop), gruppi creativi ed artisticamente validi, fanno fatica a far conoscere la loro musica e la loro realtà, tanto da rimanere richiusi quasi, se non sempre, in un circuito "underground", apprezzati, applauditi ed acclamati da un pubblico intelligente in grado di distinguere la vera musica dall'imitazione priva di significato, stile ed originalità.
Mi riferisco alla scena alternativa internazionale e quella italiana, che ha come maggiori esponenti gli Afterhours, i Marlene Kuntz, i Verdena, I Tre Allegri Ragazzi Morti e molti altri, che rappresentano il meglio del suond italiano, tanto snobbati quanto geniali.
Inoltre bisogna anche ricordare che la musica ha ormai rinunciato al suo impegno sociale, nell'ambito di manifestazioni contro ogni forma di malessere, come la guerra e tutte le disgrazie che porta con se, o come tutte le forme di violenza, sfruttamento e disagio che consumano una società ormai marcia e priva di valori. Non chiediamo un altro Woodstock 69' o una copia del Live Aid 85', ma almeno un'impronta più marcata da parte della scena musicale mondiale al fine di sorreggere idee e pensieri che molte persone si aspettano che facciano il loro idoli, non solo visti come rock star, ma anche come persone che hanno
valori.
Purtroppo la musica non è più musica, gli artisti non sono più tali, ed il pubblico non è più lo stesso.Tutto è cambiato, ahimè in peggio, le band si sono attaccate troppo ai soldi e alla fama e hanno smarrito il significato e l'importanza della musica: "emozionare".

domenica 14 gennaio 2007

La piaga del XXI secolo


La televisione, sempre di più, è vista come la responsabile di numerose conseguenze negative sulla gente, ed è additata come la causa di mali che si ripercuotono sulla società attuale.Tuttavia non si può nascondere la sua capacità informativo-divulgativa e non si può attribuire ad essa tutta la responsabilità della crescita del fenomeno della teledipendenza negli ultimi anni. La Tv come ogni strumento di comunicazione può essere usata nel modo giusto o sbagliato; la diffusione di questa tra gli strumenti di comunicazione ha trasformato le abitudini quotidiane della gente. Documentandomi in rete riguardo la teledipendenza (fenomeno negativo che affligge la nuova società), ho potuto capire che questa, come altre forme di dipendenza, rappresenta un mix di fattori chiamati psicosociali e altri detti comportamentali; i primi, hanno determinato un atteggiamento di abuso televisivo, portando a storpiare la vera funzione informativa-educativa della Tv, in una vera e propria compagnia virtuale preferita a quella reale. Tra i fattori comportamentali assumono rilevante importanza il Teleabuso e la Telefissazione: per teleabuso si intende ad una sorta di contemplazione eccessiva della televisione; per telefissazione, si vuole spiegare una tendenza alla contemplazione della Tv in stanze semibuie con un atteggiamento silenzioso ed immobile, da soli o ignorando le persone presenti.
People are strange...

sabato 6 gennaio 2007

Rivogliamo il nostro Centro!


Cari lettori, pochi o miseri che siate, questo post (il primo che scrivo nella mia vita) è un grido che faccio alle vostre orecchie, per chiedervi di mobilitarvi insieme a me allo lo scopo di non far chiudere da parte dell'amministrazione comunale cittadina (Sant'Elpidio a Mare) il nostro centro di aggregazione "I Belong", luogo di ritrovo, svago ed educazione per la maggior parte dei ragazzi elpidiensi di età compresa tra i 13 ed i 19 anni. Il centro con l'avvento del nuovo anno potrebbe chiudere i battenti, (a causa della nostra noncuranza delle strutture a nostra disposizione) per diventare biblioteca comunale e sala per mostre artistiche.
Essendo il Cag "I Belong" essenziale per i ragazzi della mia cittadina, non vogliamo mandare in fumo l'unico progetto riuscito per noi, perderlo sarebbe desolante per la maggior parte dei ragazzi.
Vi chiedo di mobilitarvi in qualsiasi maniera (anche con un passaparola comune) per far girare questa voce di malessere comune e per raccogliere delle idee che potrebbero darci qualche possibilità di salvezza.
Fatemi sapere che cosa ne pensate.
Grazie per l'attenzione.
Enrico